In un luogo di confine affacciato sul mare, tra colline e radure, una bambina compie la sua formazione e diventa sacerdotessa. Ad accompagnarla nel percorso di crescita un’orsa, una dea, e intorno la comunità.
La storia
“La bambina e l’orsa” narra una storia antica proveniente dalla costa dell’Attica del V secolo a.C., recuperata soltanto recentemente da archeologici e studiosi.
Cristiana Pezzetta, scrittrice, e Sylvie Bello, illustratrice, creano un nuovo racconto attraverso il dialogo tra parole e immagini.
Al centro un’esperienza rara: l’educazione delle bambine al di fuori delle mura domestiche.
Gli scavi archeologici hanno restituito la presenza, su di un’ampia area, di un tempio intitolato ad Artemide e dedicato alle bambine che qui arrivavano attorno ai dieci anni e venivano educate ai misteri della Natura.
Le parole
Cristiana Pezzetta dà voce alla storia attraverso uno sguardo circolare - bambina, orsa, dea - in uno spazio senza tempo che immaginiamo lontano, dove una bambina e un’orsa possono fare esperienza del bosco, dei suoi margini e della sua intimità. Alla ricerca l’una dell’altra, imparano a misurare l’attesa, a vivere la paura, ad ascoltare i segni della Natura.
La presenza della dea Artemide, fin dall’inizio del racconto, libera il racconto e lo trasporta nel mito, in quella dimensione dove l’umanità ha la possibilità di dare il meglio di sé, aprendosi allo sconosciuto.
Ma i limiti sono nel mondo reale, dove l’amicizia tra due creature così diverse non è prevista, l’una incapace di rispettare la vera natura dell’altra.
E infatti l’armonia all’improvviso si interrompe: paura, rabbia, dolore si presentono sulla scena, lasciando dietro sé una notte senza fine.
La tragica rottura tra l’orsa e la bambina, tra la Natura e la comunità, segna un momento di passaggio determinante nel percorso di crescita della protagonista.
Decisa a non rassegnarsi alla sofferenza e al rancore, guidata da Artemide, torna perciò nel bosco, e qui riporta in vita la storia d’amicizia con l’orsa, la racconta con coraggio alle bambine che si ritrovano fuori dalla grotta.
Le bambine restano con lei, giocano, danzano, raccolgono frutti e fiori.
La dea Artemide le accoglie nel suo bosco, le rende consapevoli dei segreti e capaci di leggere i presagi. A loro volta le bambine le dedicano un santuario e insieme custodiscono la vita.
Le immagini
Sylvie Bello ci porta dentro la storia immergendoci nel colore. I verdi brillanti del bosco accogliente si alternano alle cromie calde del Sole della costa, dove la bambina e l’orsa riposano insieme dopo avere giocato.
Quando irrompono i gialli e i rossi, le espressioni della bambina e dell’orsa si fanno piene di rabbia e disperazione. Seguono quindi i blu della notte. È un passaggio breve, necessario, una doppia pagina che segna la fine di un’esperienza personale e l’inizio di un progetto comune. A poco a poco, tornano i colori vitali della Natura e della comunità laboriosa, fino alla collina in fiore davanti al mare calmo, abitata questa volta da tante bambine nelle loro vesti giallo croco.
La mutevolezza della materia cromatica, accompagnata dalla rapidità del tratto, sembrano costruire insieme il ritmo dell’albo, il suo respiro.
Le radici
La rappresentazione artistica del bosco - gli alberi alti, il gioco delle luci, la vegetazione selvatica – può rimandare a una certa pittura francese dell’800.
Penso alla Scuola di Barbizon, a quel gruppo di artisti che, tra gli anni Trenta e Settanta dell’800, si ritrova a Barbizon, per dipingere secondo i principi del realismo, come Jean-François Millet e Jean-Baptiste Corot.
Vicino alla località era situata infatti la foresta di Fontainebleau, luogo di confine per la pittura. Tanto era forte il legame con la foresta che questi artisti riuscirono a sottrarla a un progetto di disboscamento, contribuendo a farla diventare, nel 1848, “Riserva artistica”.
C'è poi la rappresentazione dei cacciatori a pranzo con l’orsa che nell'atmosfera, e anche in alcuni dettagli, può ricordare alcune figure di Gustave Courbet, in particolare l'opera “Le rencontre” o “Bonjour monsier Courbet” (1854, olio su tela, Musée Fabre, Montpellier).
È un albo che lascia emergere le radici in superficie, tra impronte realiste, impressioniste, e non solo. La storia stessa proviene dalla terra, dove è stata per tanto tempo custodita.
Biografia di Cristiana Pezzetta
Biografia di Sylvie Bello
La bambina e l’orsa, Cristiana Pezzetta e Sylvie Bello, Collana L’età d’oro, Topipittori, Milano, 2024
Si ringrazia la casa editrice Topipittori per le immagini.
Silvia Paccassoni per Dorature. Storie di illustrazione - 2024
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